Caffè e tè per prevenire la demenza senile

 

bere-caffe-te-demenza-senile

Sono in molti a domandarsi se effettivamente il caffè e il tè prevengano la demenza senile. Tuttavia uno studio condotto da alcuni ricercatori ha appurato che il caffè, in particolare la caffeina, (sostanza che si trova non soltanto nel caffè, ma anche nel tè) contribuisca a migliorare le funzioni cognitive, oltre a possedere delle funzioni stimolanti.

La ricerca è stata condotta in America dallo psichiatra Ira Driscoll ed è stata pubblicata sulla rivista The Journal of Gerentology. In pratica sono state prese in esame donne sopra i 65 anni di età seguite ormai da tempo, fino a 10 anni circa e il dato che è emerso è alquanto positivo, ovvero: il rischio di demenza senile o altra patologia neurodegenerativa viene ridotto del 36%.

 

 

Quanti caffè o tazze di tè occorre bere per poter ottenere tale risultato?

caffe-demenza-senile-donna

Secondo tale studio occorre bere tre tazzine di caffè espresso che equivalgono a 261 milligrammi di caffeina al giorno, oppure è possibile prediligere 6 o 8 tazze di. Naturalmente non è ben chiaro se questo risultato si può estendere anche agli uomini, occorrerebbe a tal riguardo eseguire altre ricerche più approfondite.

Molti si potranno chiedere perché sono stati presi come punto di riferimento proprio le donne e non gli uomini?

A tale proposito la dottoressa Ira Driscoll ha spiegato in una nota che l’indagine che è stata svolta ha coinvolto le donne più che per comodità e non per scelta ideologica.

In pratica, le volontarie, ben 6.500 sono state estratte da un’altra ricerca a carattere nazionale e per questa ragione che si parla solo di effetti benefici sulle donne, anche se non si può assolutamente affermare che gli uomini non possono trarre giovamento, tuttavia per essere completamente certi di quanto appurato occorre eseguire altri studi come illustrato in precedenza.

Sicuramente la caffeina rappresenta un’ulteriore prova di come possa avere degli effetti positivi a livello cerebrale in età avanzata ed in un certo senso posso aiuare nella prevenzione della demenza senile.

 

 

Quali possono essere i meccanismi alla base?

caffe-demenza-senile-uomo

Ormai è quasi noto a tutti che la caffeina rappresenta una delle migliori fonti di antiossidanti, in quanto combatte lo stress ossidativo dell’invecchiamento cerebrale e delle malattie.

Lo studio ha messo in relazione la caffeina con alcuni recettori a livello cerebrale, ed è proprio qui che è emerso come tale sostanza causa oltre all’attivazione di cellule neuronali anche la vasodilatazione dei vasi sanguigni.

Perciò, in virtù di quanto detto, la caffeina può rivelarsi utile nel contrastare il mal di testa, anche se in questo caso bisogna parlare di piccole quantità di caffè, inoltre aumenta la soglia di vigilanza e attenzione, migliora la concentrazione e la memoria.

Già nel 2014 sul giornale Nature Neuroscience è comparso uno studio che metteva in evidenza la correlazione tra il caffè e il miglioramento a lungo termine sulla memoria, e non solo, ma a quanto pare il caffè aiuta i pazienti con malattia di Parkinson ad attenuare i sintomi della patologia cronica. Già da tempo dunque, gli studi hanno confermato che la caffeina riduce il rischio della patologia

Anche in questo caso basta bere due o al massimo tre tazzine di caffè al giorno per prevenire tale problema.

 

 

Ma il caffè potrebbe causare dipendenza?

te-demenza-senile

Nonostante i bevitori di caffè ne dichiarino l’assuefazione, la caffeina non crea assolutamente alcuna dipendenza. Un piccolo studio condotto sui circuiti cerebrali ha dimostrato come la caffeina non è capace di attivare nel sistema cerebrale la dopamina, a differenza invece delle droghe che creano appunto, dipendenza. Per tale motivo libero sfogo a caffè espresso al bar, fatto con la moka, in cialde o capsule (ndr cialdemania.it), con la sola accortezza di non berlo la sera tardi prima di andare a dormire per non disturbare il nostro ciclo del sonno.

Naturalmente per chi soffre di insonnia, tachicardia, acidità di stomaco, malattie cardiovascolari deve assolutamente limitare  il consumo di caffè, anche se è una sostanza naturale può avere sull’organismo effetti positivi o negativi se si eccede troppo nella quantità.

 

In conclusione

caffe-demenza-senile

Sono diverse le ricerche scientifiche che affermano che la caffeina è ormai un alleato prezioso contro la demenza senile. Bere tre tazze di caffè espresso al giorno, protegge il cervello dal decadimento precoce.

Naturalmente ci sono anche molti altri modi per arginare tale fenomeno: per esempio, l’attività sportiva a lungo termine ha la capacità di prevenire la formazione di placche nocive nel cervello, e ancora, assumere quotidianamente alimenti che contengono un buon quantitativo di minerali come selenio, zinco, magnesio può rivelarsi un’altra misura preventiva alquanto efficace, così come consumare buone quantità di vitamina B, C ed E.