Demenza fronto temporale: cause, diagnosi, sintomi, terapie, farmaci, cure

 

Che cos'è la demenza frontotemporale?

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La demenza fronto temporale è una vera e propria malattia neurodegenerativa che interessa i lobi frontali e temporali del cervello.

Cosa comporta sullo stile di vita? Queste aree del cervello interessate sono proprio quelle che controllano molti aspetti fondamentali che ci consentono di svolgere una vita normale e funzionale nel quotidiano. Nello specifico, la demenza frontotemporale comporta alterazioni del comportamento, della personalità, della capacità di linguaggio, di comprensione, della memoria, dell'equilibrio e può interessare, in determinati casi e associata ad altri disturbi degenerativi, anche la sfera motoria.

Tuttavia la diagnosi della demenza-fronto temporale non è affatto una cosa semplice. Trattandosi poi di una malattia progressiva e degenerativa sarebbe importante una diagnosi precoce: cosa che difficilmente avviene, in quanto i sintomi si palesano in maniera più evidente e vengono riconosciuti di solito in una fase già avanzata.

In quest'ottica è fondamentale la collaborazione dei familiari per una descrizione precisa ed accurata delle alterazioni che si manifestano. Un'altra difficoltà per la diagnosi è che il paziente stesso non si rende conto delle alterazioni ed è difficile riconoscerle, in un primo momento, come abbiamo detto, anche per la sua famiglia. Non esistono ad oggi cure vere e proprie che “guariscano” o che consentano di far “regredire” questa malattia.

Purtroppo, poi, la demenza fronto temporale, a differenza del morbo di Alzheimer, di solito, nella maggior parte dei casi, può colpire anche persone più giovani e in una fascia di età che va dai 40 hai 65 anni.

 

 

Demenza frontotemporale: cerchiamo di capirne di più

Si tratta di un insieme di problematiche che riguardano le demenze neurodegenerative e che interessano i lobi cerebrali frontali e temporali. Sono tante le tipologie che rientrano nella demenza fronto temporale e che compromettono diverse funzioni, quali la comprensione, il linguaggio, l’equilibrio, la memoria, il comportamento, la personalità o anche il movimento. Rientrano nella demenza frontotemporale, ad esempio, la degenerazione cortico basale, la demenza fronto temporale con amiotrofia, l'afasia primaria progressiva, la demenza semantica, la malattia di Pick o la demenza fronto temporale e parkinsonismo associata al cromosoma 17.

 

Le conseguenze della malattia

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È sempre maggiore il numero di persone interessate a scoprire che cos'è realmente la demenza fronto temporale e a ottenere informazioni sull'argomento, magari perché preoccupate per lo stato di salute di qualche familiare o persona cara. Sia per capirne di più ma anche per cercare di superare la confusione.

Pur non volendo dare indicazioni di tipo medico, in quanto per quelle è necessario rivolgersi ad uno specialista, cerchiamo però di aprirvi la mente verso questa problematica per fornirvi qualche informazione che possa esservi utile. La demenza fronto temporale, come abbiamo detto, è una degenerazione progressiva dei lobi cerebrali frontali e temporali che può portare diverse conseguenze sia sul comportamento dell'individuo, interessando anche la sfera della sua personalità, ma anche il rapporto che l'individuo ha con l'ambiente esterno, interferendo con ciò che ascolta o vede. Un'altra conseguenza può essere quella di non riuscire ad esprimersi in modo corretto, a capire il linguaggio, oppure anche a riconoscere persone o oggetti della vita quotidiana. Nel corso dell'evoluzione della patologia i sintomi continuano a peggiorare progressivamente.

 

Alterazioni del Comportamento: un possibile campanello di allarme

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Di solito le persone interessate da demenza fronto temporale tendono a non essere consapevoli di questa forma di disturbo ma è molto difficile accorgersene, almeno agli esordi della malattia, anche per le persone vicine. Una delle conseguenze più visibili per gli altri e che spesso è anche un campanello di allarme per i familiari, sono le variabili comportamentali.

In molti casi, infatti, con la demenza fronto temporale si tende, in maniera progressiva, ad avere un comportamento diverso rispetto al solito, con alterazioni sempre più visibili. Sia che la persona tende a chiudersi in sé stessa e nel suo mondo; sia che invece appaia particolarmente disinibita e spontanea ma in modo eccessivo, senza filtri, lasciandosi andare a commenti ed esternazioni poco convenzionali, se non addirittura osceni ed incontrollati.

 

Problemi nel linguaggio scritto e parlato o nella comprensione

Abbiamo detto, inoltre, che la demenza fronto temporale può colpire la sfera del linguaggio e della comprensione. E’ il caso della demenza semantica dove le persone, pur leggendo e scrivendo in modo corretto, hanno invece difficoltà a identificare il significato delle parole e a chiamare in maniera corretta gli oggetti.

O, ancora, l'afasia primaria progressiva che invece compromette la capacità dell'individuo di esprimersi attraverso il linguaggio e la scrittura. La demenza fronto temporale può portare durante il decorso, soprattutto in uno stadio più avanzato, a problemi seri di irascibilità, allucinazioni, memoria e di capacità di pensiero.

 

 

Problemi motori

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Rigidità muscolare, incontinenza, debolezza, perdita di equilibrio, difficoltà di movimento o di deglutizione Le demenze fronto temporali possono interessare, soprattutto nelle fasi avanzate o in concomitanza con l’insorgere di altre malattie, anche sintomi e problemi motori.

Le difficoltà motorie possono riguardare due o più arti o anche un solo lato del corpo, con diversi tipi di alterazioni o di problematiche funzionali. Spesso possono verificarsi difficoltà di deambulazione, a muoversi in maniera corretta, a coordinarsi nei movimenti e perdita di equilibrio. Ma anche rigidità muscolare e tremori, simili a quelle del morbo di Parkinson.

 

Problemi di deglutizione o di incontinenza

Nell'ambito delle demenze fronto temporali con disturbi motori possiamo individuare ad esempio la demenza fronto temporale con sclerosi amiotrofica laterale. Si tratta di una situazione molto grave che porta ad una progressiva compromissione della parte muscolare del corpo nonché del linguaggio e del comportamento. O la paralisi sopranucleare progressiva e la sindrome cortico-basale. La prima compromette soprattutto le capacità di equilibrio delle persone che presentano di solito rigidità corporea anche nelle espressioni del viso. La seconda invece può insorgere di solito verso i 60 anni di età e compromette l'utilizzo degli arti per il normale svolgimento dei movimenti e delle attività.

Un altro tipo di demenza fronto-temporale è quella con parkinsonismo, così definita in quanto alcuni dei sintomi sono proprio molto simili a quelli che si manifestano con il morbo di Parkinson e che compromettono quindi il movimento del corpo, con rigidità, tremori e problemi di equilibrio. Con questo tipo di demenza però possono insorgere anche problematiche che interessano la sfera del linguaggio e del comportamento.

 

Demenza frontotemporale: riconoscere i sintomi

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Per i suoi sintomi, la demenza fronto temporale, non deve essere confusa con il mordo di Alzheimer. A differenza di quest’ultimo, si può presentare anche in un momento della vita decisamente “più giovane”. Nella maggior parte dei casi infatti, la fascia di età più colpita da demenza fronto temporale va dai 40 ai 65 anni.

I sintomi più frequenti, come abbiamo visto, sono quelli che compromettono diversi aspetti, come la difficoltà di equilibrio, alterazioni del comportamento, difficoltà nel linguaggio, nella comprensione, nell’elaborazione del pensiero o nel riconoscere persone e oggetti, difficoltà ad orientarsi o a ricordare. In alcuni casi ci può essere una degenerazione anche per quanto riguarda la sfera motoria, con una ridotta mobilità, rigidità muscolare, tremori o indebolimento. Si tratta comunque di un disturbo progressivo e degenerativo.

 

Diagnosi: difficile scoprire la demenza fronto temporale ai primi stadi. Perché?

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Riscontrare la demenza fronto temporale non è cosa semplice, o quantomeno non è facile farlo in tempi rapidi e tempestivi rispetto all'insorgere del problema. Questo per diversi fattori. In primis la persona stessa non si accorge del problema. E, ai primi stadi, è altrettanto difficile riscontrare i sintomi anche per i suoi familiari. Pertanto, non sempre gli accertamenti necessari vengono fatti in tempo utile per una diagnosi precoce.

E’ difficile accorgersi di questa malattia, a partire proprio dalla persona che ne è affetta, ma anche per i suoi familiari che solitamente se ne rendono conto quando la demenza frontotemporale è già in una fase avanzata e quindi i sintomi diventano ben più evidenti e palesi. Un'altra difficoltà nell'individuazione della demenza fronto temporale è la sua somiglianza, per diversi aspetti, alla malattia di Alzheimer. Proprio per evitare confusione è necessaria la stretta collaborazione della famiglia. E’ bene infatti, oltre a fare tutti gli accertamenti necessari (come esami del sangue, esami neurologici,tac, risonanza magnetica, etc…) individuare e descrivere minuziosamente tutte le alterazioni del comportamento, del linguaggio e tutte le problematiche che vengono riscontrate proprio da chi trascorre molto del suo tempo insieme alla persona che manifesta i sintomi.

 

Trattamenti e cure

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La demenza fronto temporale purtroppo è una malattia degenerativa e dalla quale non si può guarire. La cura farmacologica, se ritenuta opportuna dagli specialisti e dai medici, di solito si basa su antidepressivi che attenuano e tengono sotto i controllo i sintomi, soprattutto in merito alle alterazioni del comportamento.

Inoltre esistono delle terapie che possono aiutare il paziente a migliorare, per quanto possibile, la qualità della vita pur nella consapevolezza della malattia degenerativa. Come, ad esempio, la terapia del linguaggio e trattamenti di logopedia, terapia comportamentale, occupazionale e stimolazione cognitiva.