Decadimento cognitivo nella terza età: cause, gli stadi della demenza senile, farmaci, integratori

 

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Esistono diverse forme di decadimento cognitivo nella terza età, simili per manifestazioni ma causate da meccanismi differenti. Tutte queste forme di disturbo neurocognitivo hanno un unico comune denominatore: il deterioramento dell’efficienza intellettiva, della memoria, dell’apprendimento, dell’attenzione, del ragionamento, alterazioni del comportamento che impediscono all’anziano lo svolgimento delle normali attività quotidiane, l’autosufficienza o di mantenere le relazioni sociali.

Le prime tre forme che vengono in mente sono la demenza senile, l’Alzheimer, il morbo di Parkinson. Ne esistono tante altre (malattia dei corpi di Lewy, morbo di Pick, malattia di Hunginton, degenerazione temporale frontale) e non basta un articolo per analizzarle tutte.

Alla base vi è la presenza di un danno cerebrale e, quando questo danno supera una certa soglia, le parti del cervello ancora sane non possono più compensare le funzioni cognitive compromesse dalle lesioni.

Il decadimento cognitivo nella terza età (o declino cognitivo associato all’invecchiamento) può essere lieve (e facilmente gestibile), vascolare o più severo (dovuto a malattia di Alzheimer o di Parkinson).

C’è da dire che le perdite neurologiche nel cervello che invecchia non sono da considerare tutte patologiche ed avvengono anche in soggetti sani, non destinati ad alcuna forma di demenza.

 

 

Decadimento cognitivo nella terza età: le cause

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Il decadimento cognitivo si verifica, in modo del tutto soggettivo, quando all’impoverimento cerebrale dovuto all’età si aggiungono:

-       eventi traumatici accidentali (forti colpi alla testa, ed esempio);

-       alterazioni della circolazione sanguigna cerebrale (ictus, arteriosclerosi);

-    intossicazioni da alcol, sostanze chimiche come monossido di carbonio, piombo ed alluminio, farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale (ipnotici, neurolettici, benzodiazepine, anticolinergici);

-       predisposizione genetica;

-       carenza di vitamina B12;

-       fumo;

-       problemi tiroidei;

-       diabete e ipercolesterolemia;

-       ipertensione;

-       depressione;

-       sedentarietà;

-       livelli elevati di colesterolo nel sangue;

-       assenza di stimoli sociali ed intellettivi.

 

I 4 stadi del declino cognitivo senile

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In base alla sintomatologia, il decadimento cognitivo e la demenza senile si suddividono in quattro stadi:

-       precoce, con sintomi appena accennati che non compromettono il normale svolgimento delle attività quotidiane;

-       moderata, con sintomi più pronunciati che compromettono solo alcune attività per le quali l’anziano non è più autosufficiente;

-       grave, con sintomi molto pronunciati che non consentono all’anziano di svolgere alcuna attività in modo autonomo. I sintomi diventano invalidanti (incontinenza, incapacità di pulirsi o alimentarsi da solo, di uscire da casa);

-       severa, che vede il soggetto senza più alcuna capacità di comunicare col mondo esterno fino a ridursi in stato vegetativo.

 

 

Decadimento cognitivo nella terza età: quali farmaci

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A seconda delle forme di decadimento cognitivo nella terza età e di stadio della patologia degenerativa, si interviene con le più appropriate terapie farmacologiche, le uniche ad oggi disponibili:

-     Per le demenze da Parkinson esistono in commercio farmaci antagonisti della dopamina (olanzapina e clozapina):

-     Per le alterazioni comportamentali vengono prescritti farmaci antipsicotici, serotoninergici (come il trazodone) e stabilizzanti dell’umore (come la fluorexetina).

-   Per la cura della malattia di Alzheimer, la Food and Drug Administration ha stabilito l’utilizzo di farmaci come il donepezil (in generale), la rivastigmina e la galantamina (per le forme lievi e moderate) e la memantina per le forme gravi;

-     Per rallentare i processi di declino del sistema nervoso centrale, si ricorre al trattamento con nutraceutici a base di sostanze antiossidanti, antidepressive, neuroprotettive (zafferano, bacopa, vitamine del gruppo B, teanina, colina, omega 3.

 

I farmaci sintomatici elencati non sono in grado di agire sul processo patologico delle varie forme di decadimento cognitivo. Oltretutto, il loro uso non è privo di rischi ed effetti collaterali.

Ad oggi, non esistono terapie efficaci per arrestare l’evoluzione del declino cognitivo e sono in corso ricerche per lo sviluppo di farmaci capaci di bloccare l’avanzamento della malattia.

 

Consigli per prevenire il decadimento cognitivo nella terza età

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La mente va curata e mantenuta attiva al pari del corpo per contrastare il processo fisiologico di invecchiamento.

 

Sono 5 le regole da seguire per contrastare l’insorgere della demenza e del decadimento cognitivo:

-       Mangiare sano perché ciò che fa male al cuore, al fegato o altri organi fa male anche al cervello: seguire una dieta sana porta ad una riduzione del rischio cardiovascolare, previene il declino cognitivo e fa bene all’umore;

-    Mantenere attiva la mente svolgendo attività per ‘allenare’ costantemente tutte le funzionalità del cervello (memoria, ragionamento, linguaggio, attenzione, orientamento) dalle letture alle parole crociate, dalla stimolazione cognitiva intensiva con il supporto dello psicologo al computer o ad altre strategie per migliorare la memoria, l’umore, ecc.;

-     Mantenere le relazioni sociali con amici, familiari, parlare, uscire, non chiudersi per ridurre il rischio di depressione;

-     Svolgere attività fisica lieve (senza sforzo) sia per favorire la stimolazione cognitiva (contrastando il rischio di invecchiamento patologico) sia per ridurre i rischi cardiovascolari (quindi, danni al cervello);

-       Combattere ansia e depressione puntando sulle emozioni positive. La depressione mette a dura prova attenzione e memoria e rappresenta un notevole fattore di rischio per la demenza senile.

 

 

Integratori per prevenire o ritardare il decadimento cognitivo nella terza età

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Tutti i consigli che avete appena letto sono preziosi per il benessere dell’anziano, in particolare quello di seguire un’alimentazione sana che sappia ‘nutrire’ in modo equilibrato e benefico tutti gli organi, non soltanto stomaco, fegato o cuore ma anche il cervello. Ciò che fa male al cuore (e che può causare malattie cardiovascolari) fa male anche al cervello visto che i rischi cardiovascolari compromettono il suo corretto funzionamento.

Mangiare sano aiuta il cervello anche a prevenire il decadimento cognitivo e fa bene all’umore contrastando la depressione. Mens sana in corpore sano e con la giusta alimentazione tenendo sotto controllo glicemia, colesterolo, trigliceridi, pressione arteriosa.

Alcuni integratori sono studiati per prevenire il rischio di decadimento o, quantomeno, per ritardare la decadenza cognitiva, non far avanzare la malattia degenerativa frenandone il peggioramento (che si tratti di demenza senile o di altre patologie legate all’invecchiamento).

 

Ecco quali sono gli integratori fondamentali per il giusto fabbisogno quotidiano di vitamine e sali minerali al servizio del benessere dell’anziano:

-       Multicentrum uomo 50+ (con più calcio) e Multicentrum Donna 50+ (con più ferro e acido folico) per il giusto apporto di vitamine;

-       Massigen senza zucchero di Marco Viti, integratore che contiene magnesio e potassio, minerali preziosi per il sistema nervoso e l’apparato muscolo-scheletrico (lo trovi anche online su farmaciacavalieri.it);

-     Integratori di ferro, minerale che serve a trasportare ossigeno nelle cellule e che scongiura il rischio di anemia;

-       Integratori di calcio e vitamina D per la salute delle ossa e per ridurre i rischi di frattura;

-     Fibre in polvere ricavate dal frutto del Baobab che contiene anche vitamina C da sciogliere in acqua. Aiuta a prevenire o combattere la stipsi nell’anziano allo scopo di mantenere attivo l’intestino;

-     Integratori per la memoria contenenti fitocomplessi ricavati dal Gingko biloba (che favorisce la circolazione sanguigna cerebrale), antiossidanti come la vitamina A e vitamina E (che rallentano l’invecchiamento cellulare);

-       Vitamina B12 (la cui carenza è una delle cause di declino cognitivo);

-     Fermenti lattici vivi contenuti in integratori alimentari come Ecogermina che include anche vitamine (C, B1, B6, B2, B12, A, D) e fibre. I fermenti lattici sono fondamentali per contrastare fenomeni infiammatori intestinali come colon irritabile, colite, diverticolite integrando la flora batterica locale impoverita dall’infiammazione.